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Artiglieria varia: cannoni, bombarde, obici

Artiglieria varia: cannoni, bombarde, obici

L'artiglieria si componeva di:

- cannoni: armi, a tiro indiretto, che hanno la funzione di disperdere le masse delle truppe di fanteria avversarie contrapposte.
I cannoni naturalmente esistevano già da molto tempo. Il loro tiro si dice indiretto poiché non può essere mirato come quello, ad esempio, di un fucile. La potenza, la gittata ed il movimento dei cannoni sono studiati e stabiliti da speciali reparti dell’artiglieria, composti da ingegneri, matematici, geometri, poiché è necessario calibrare bene il tiro indiretto per calcolarne l’efficacia sul bersaglio. Similmente all’azione dei frombolieri delle Baleari e degli arcieri greci dell’esercito dei Romani, lo scopo dei cannoni era distruggere le trincee e di disintegrare le retrovie, rispondendo alle cannonate dell’avversario e impedendogli di mandare rinforzi (funzione detta dell’”interdizione”) . Un famoso cannone prodotto dalla Germania, dalle celebri acciaierie Krupp era il “Bertha”.
I cannoni della prima guerra mondiale sono tutti a retrocarica. L’avancarica dura nelle armi sino circa alla seconda metà del XIX sec.
L’unico “cannone” ad avancarica, ancora esistente ed utilizzato è il mortaio, che è il cannone della fanteria. Questo mortaio è a canna liscia ed ha proiettili che esplodono due volte: la prima volta, per essere sparati; la seconda quando giungono a terra o, se calibrati (tipo shrapnel), in aria, colpendo con le schegge, che cadono a pioggia, anche quelli che si sono sdraiati a terra per proteggersi.
LÂ’avancarica e la retrocarica presuppongono due tipi di canne diverse. LÂ’avancarica vuole la canna liscia, mentre la retrocarica quella rigata, che ha una maggiore portata ed una grande precisione.
Nella prima guerra mondiale i cannoni, se impiegati in aree montagnose (come quella del fronte italiano) venivano smontati pezzo per pezzo, caricati su carri o, più spesso, su muli, e rimontati in loco. Nella zona pianeggiante (come quella del fronte occidentale), venivano caricati su camion.

- bombarde: erano cannoni diversi, che gettavano enormi proiettili dentro alle trincee, distruggendole completamente. Esse erano indispensabili specialmente quando si trattava di disintegrarne la palizzata in filo spinato
- obici: si tratta di cannoni più grandi, dal tiro sempre indiretto ma più impreciso. Sono utili per la loro mole e per la loro massa, non per la precisione. Servono a distruggere completamente le trincee e tutto ciò che le circonda, provocando immani crateri
- fucili: i soldati di fanteria possedevano fucili a soli 6 colpi, che venivano sparati durante l’assalto (pochi metri a piedi dalla trincea propria a quella del nemico, per coprirsi). Ecco perché, una volta giunti a destinazione, lo scontro si svolgeva essenzialmente “corpo a corpo”, usando baionette, pugnali (gli arditi, ad esempio) , mazze ferrate (gli austriaci) ed ogni altro corpo contundente (il calcio del fucile od altro): di questo abbiamo già parlato in una pagina precedente.
- bombe a mano: ovviamente non venivano usate negli assalti in trincea, poiché sarebbe morto anche l’assalitore
- mine, molto diverse e più rudimentali di quelle attuali.

Nel filmato d'epoca (1916) si vede la devastazione provocata dall'artiglieria, che fu l'arma di distruzione di massa più significativa e terribile della Prima guerra mondiale. Non solo i proiettili provocavano immani crateri, ma i soldati che si spostavano di corsa da un buco all'altro, venivano colpiti dai miniproiettili contenuti in capsule sparate, dette "shrapnel".